L’ORIGINE DELL’UOMO – JACKY LAVAUZELLE

L’ORIGINE DELL’UOMO

 

L'ORIGINE DELL'UOMO Jacky Lavauzelle
Francisco Franco O GIL, 1923, Musée du Chiado, Lisbonne, Lisbona

*L'ORIGINE DELL'UOMO Jacky Lavauzelle





Jacky Lavauzelle Poesia

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Serie « L’Ipotesi dell’uomo


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L’ORIGINE DELL’UOMO


Poème

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L’origine dell’uomo

NO
Non conoscevo il primo inizio
Cielo, terra e tutti i pataqués
Se questa è la domanda
No
Non conoscevo le nuvole della grande aurora primaria
Non conoscevo ma lo so

Lo so

La terra non era più informe
In questo momento
Nessuno sapeva
Che forma avrebbe potuto avere
davvero
Anime senza corpo, una vecchia bara dell’Egitto senza morti, una zuppa di lenticchie senza lenti
Tutto questo era lì
La terra non era più vuota
Pieno di luci e oscurità
Oscurità e ancora oscurità
Come nel culo del primo giorno del mondo
Ci
I lupi divini camminavano a testa bassa
La coda invisibile nella nebbia di diavolo
Gli ultimi mostri mostruosi stavano finalmente
Finendo una carogna inenarrabile

Le statue del cielo strapparono le assi che contenevano le nuvole
Gli angeli stavano attraversando le traballanti barche del tempo
Gli arcieri terrorizzati stavano sparando le loro ultime frecce
Sulle natiche delle ninfe totalmente spaventato
Vedere così tanti valorosi arcieri allineare archi così potenti

Ci
Il baccano si fece silenzioso, arrivò il silenzio
Il silenzio della notte
Dalla notte più profonda
Nel mezzo del giorno

  Ci
Dio è uscito da solo

Scopre l’abisso eterno dello spazio
Passò la mano un’ultima volta
Nei suoi lunghi capelli blu di fuoco
Ha lasciato triste

Così è stato questo giorno memorabile
Almeno, questo è ciò che dice il guardiano del Giardino dell’Eden
Ha borbottato parole storiche
sembra
Chi è stato perso da allora

La leggenda fu scritta poi da sola in un marmo lunare
Con il suo unico sguardo
Così tante cose stavano arrivando
Scienza, dignità, un pianeta, il grande
E la piccola arte
Un pianeta ancora
Scafi vuoti e scafi pieni
Il sentimentalismo e il par e il dispari
Un pianeta e eroismo moderno
E così via

Così tanto e tanto
Così tanti pianeti
Tutto il tempo che è durato il suo viaggio infinito
La sua massa generale era piena di fango
Ceneri e fuoco

  Ma senza fermare la sua creazione
Il suo volume è amplificato così tanto
Che avremmo potuto confonderlo come un pianeta, anche lui
Apparve una crepa
E il primo peto del mondo è uscito
Un peto così pesanteQuintessenza di dispiaceri e sventure
Di ombre velenose concentrate e spettri assassini
È caduto
Questa nuova sostanza è caduta così a lungo
Che l’eterno di lei ha rimosso le sue ali
Solo il caos poteva ancora fluire sul suo collo
Su di lui, non un solo raggio di allegria
Senza orecchie e con un’anima così irrilevante che nessuna lacrima voleva rimanere dentro
Ha continuato la sua corsa
Fino al collasso in un escremento repellente
Quello che è stato chiamato un grande mucchio di merda
È arrivato lì
Mescolando totalmente con questo mucchio nauseante
Quando ha toccato la terra
Un lampo insopportabile accolse questa triste apparizione
L’aria del primo mattino respingeva questo odore, con un solo colpo d’aria
È questo grande mucchio che ha servito questo peto di primo fermento
Mi è stato detto
Ha girato brevemente la testa
Ha guardato la sua ultima creazione
Chi stava già salendo su un terrapieno per gridare la sua grandezza
Per gridare che avrebbe fatto di questo terrapieno il luogo della memoria
Per le generazioni future

Dio pensa che abbia appena fatto una cosa stupida
Il più grande
Ma ciò che è fatto, è fatto
Che questo nano con le pretese dei giganti non vivrebbe molto a lungo

Se n’è andato così velocemente
Che nulla si è mosso
Solo una luce brillante graffiava il cielo
Tornò a letto
Nel cielo denso della sera
Dalla prima notte dell’uomo

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L’ORIGINE DE L’HOMME

(CONTE CROATE)


Au commencement, il n’y avait rien que Dieu ; or Dieu dormait et rêvait. Ce sommeil dura des siècles. Le moment fixé pour son réveil arriva. Il s’éveilla brusquement, regarda autour de lui, et chacun de ses regards créa une étoile. Dieu s’étonna et se mit à voyager pour voir ce que ses yeux avaient créé. Il voyagea ; il voyagea, sans terme et sans fin. Il arriva à notre terre ; mais il était déjà las ; la sueur lui dégouttait du front. Une goutte de sueur tomba sur la terre ; cette goutte s’anima et ce fut le premier homme.

Ainsi l’homme est né de Dieu ; mais il n’a pas été créé pour le plaisir, il est né de la sueur divine, et, dès l’origine, il a été destiné à peiner et à travailler.

Recueil de contes populaires slaves
Traduction par Louis Léger
Ernest Leroux, 
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L’ORIGINE DELL’UOMO

*L'ORIGINE DELL'UOMO Jacky Lavauzelle